SPECIALISMO E GENERALISMO

Se sono uno studioso serio e consapevole di non essere un genio rivoluzionario, posso decidere di occuparmi tutta la vita più o meno degli stessi problemi, in modo che arrivo ai massimi livelli mondiali in quel campo, anche se molto specifico, inoltre ho un effettivo impatto sul progresso della ricerca e il mio lavoro viene riconosciuto dai mezzi di comunicazione della scienza. Ho però lo svantaggio di vivere personalmente uno stato di forte alienazione, perché di tutte le cose che vale la pena conoscere e che arricchiscono la nostra vita ne apprendo solo una minima parte. Inoltre rischio di peredere la consapevolezza dei processi cognitivi e delle premesse del mio lavoro scientifico. Per formare il genio rivoluzionario, questa coscienza è assolutamente essenziale, poiché è proprio agendo in profondità sulle premesse dei saperi che avvengono le rivoluzioni scientifiche.

2 commenti

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2 risposte a “SPECIALISMO E GENERALISMO

  1. L’otto ottobre scorso, sul mio blog pibond.blogspot.com ho intitolato un post con la parola “Specialismo”. Dopo aver fatto una breve ricerca su Google mi sono imbattuto su questa pagina e, ieri, ho pubblicato un altro post – L’antispecialismo – nel quale mi sono permesso di ricopiare l’intero testo citando, ovviamente, Lei come autore.
    Spero che non me ne vorrà: d’altra parte, se avrà la cortesia di leggermi, potrà scoprire che soffriamo entrambi di uno stato di forte alienazione: Lei come “specialista”; io come “generalista” pasticcione senza titoli accademici di merito, tranne la Laurea in Economia e Commercio alla Bocconi, più di 35 anni in azienda, quasi dieci anni di pensione e tuttora in un tempo di lungo sabbatico per arrivare a capire come gira il mondo.
    (Non mi faccio illusioni, ma, a mio parere, è sufficiente parare i colpo a chi lo fa girare male.)
    Sul sito http://www.pibond.it può conoscermi meglio.
    Se quanto ho scritto Le causa qualche problema, me lo comunichi e rimuoverò lo scritto e la citazione del Suo nome sul mio blog.
    Pietro Bondanini

  2. Giovanni Macchia

    Le tue considerazioni mi hanno fatto venire in mente le parole di un genio come Nietzsche (da Umano, troppo umano: “276 – Microcosmo e macrocosmo della cultura”): “Le migliori scoperte sulla cultura l’uomo le compie in se stesso, quando trova che in lui agiscono due potenze eterogenee. Posto che uno viva amando le arti figurative e la musica, pur essendo allo stesso tempo trascinato dallo spirito della scienza, e consideri impossibile eliminare questa contraddizione distruggendo una delle due forze e liberando pienamente l’altra, non gli resta che far di sé un edificio di cultura così vasto che possano alloggiarvi ambedue quelle potenze, anche se alle estremità di esso, mentre nel mezzo trovino asilo le potenze intermedie conciliatrici, dotate di forza preponderante, per potere in caso di necessità appianare un insorgente conflitto…”.

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